In the Stillness of the Landscape Room
Z20 gallery Rome (IT)
May – June 2016
Invited Marina Dacci, Marco Strappato, Paolo Belletti, Andrea Sala, Savinio

All exhibitions have a rhythmic definition of a start and end time. The experience is closed without second thoughts within a space and a very precise period of time.  There is no possibility of there being change, but only the expectation that the exhibition closes to usher in the next.  Instead, can you edit, through time and form, the structure of an exhibition? Can you take into account what happens when leaving a margin of space in which this can change?  Starting with some of these reflections, Alessandro Roma decides to change the role of One Foot in the World and The Other in the Stillness extending the duration of time through other experiences from different worlds. The other artists who work within the exhibition reflect and compliment the intimate environment created inside the gallery space by Roma.  One Foot in the World and The Other in the Stillness was created in Roma’s image and likeness, and the new artworks interact with this dialogue This transforms the sense of the exhibition with multiplication and overlapping of meanings and signifiers to return a varied landscape of media, aesthetic practices, and intellectual pursuits.
IT
Le mostre in galleria sono per definizione cadenzate da un tempo di inizio e fine, in cui l’esperienza possibile è chiusa senza ripensamenti all’interno di uno spazio e di una durata ben precisi.
Non sono previste possibilità di cambiamento in corso, ma solo l’attesa che la mostra chiuda per inaugurare quella successiva.  É possibile invece modificare, attraverso il tempo e la forma, la struttura di una mostra?  È possibile tenere in considerazione cosa accade lasciando un margine di spazio in cui questa possa modificarsi?  Partendo da alcune di queste riflessioni, Alessandro Roma decide di modificare la veste di One foot in the world and the other in the stillness prolungandone il tempo di durata attraverso altre esperienze provenienti da differenti mondi.  Opere di altri artisti che si interrogano ed attingono dagli stessi campi di ricerca, oggetti provenienti da luoghi lontani e forme che nascono per la bellezza vanno così ad inserirsi nell’intimo ambiente creato all’interno degli spazi della galleria da Roma a sua immagine e somiglianza e ad interagire e dialogare con il suo lavoro, trasformandone il senso attraverso il moltiplicarsi e il sovrapporsi di significati e significanti a restituire una panorama variegato di media, pratiche estetiche e ricerche intellettuali.