Parte del festival della performance al Museo Zauli in Faenza (posticipato )

Organi di un paesaggio in divenire 2020
con Paola Ponti e Caroline Halleck

Il corpo aspetta.
Attesa.
E poi segue il respiro della ceramica, delle fratture che sono diventate spazio per accogliere.
Terra non è solo la superficie su cui appoggiano i nostri corpi, ma è il luogo dove si diventa tutt’uno.
Tutto uno? Sono particella? Sono tutt’uno con la terra, la polvere, la ceramica e i corpi delle persone con il loro esserci ed essere a loro volta in relazione. Dove la distanza si misura in ogni istante, qui c’e il privilegio di essere organismo fluttuante, di essere organo anche io.
Ho molte domande che nascono di fronte a forme inconsuete e solo l’attesa potrà svelare la loro familiarità. Familiarità proveniente dal sottosuolo del corpo.
Il corpo ad un certo punto non è piu se stesso, diventa movimento vegetale.
Vegetale è ciò che emerge dall’inconscio della terra.

EG
Part of performance festival at Museum Zauli in Faenza IT (postpone)

Organi di un paesaggio in divenire 2020
Paola Ponti and Caroline Halleck

The body has waited.
Wait
And then it has followed the breath of ceramic, of the wall, of the fractures which have become space for inserts.
The hearth is not only the surface underneath our feet, but the material where we have originated from, where two becomes one.
A whole? Am I a particle? I am a whole with concrete, dust, ceramic, people’s words. Their same existence and the fact of being themselves in relation. In this moment where distance is measured every second myself have had the privilege of being a floating organism, an organ.
I have lots of questions, questions which come from unusual shapes. Only through our waiting we can experience their familiarity. Familiarity which comes from the underground of our body.
The body has no longer been a body at some point, but a vegetal movement.
Vegetal is what comes out from the unconsciousness of the hearth.